martedì 14 ottobre 2014

Nei casi di infertilità maschile severa conviene ricorrere alla ICSI, che è una tecnica che consente di superare le difficoltà di “incontro casuale” dei gameti, dal momento che un singolo spermatozoo selezionato viene inserito direttamente nell’ovocita.
In generale le indicazioni alla ICSI sono:
    * infertilità maschile di grado severo
    * azoospermia ostruttiva e secretiva
    * mancata/ridotta fertilizzazione in precedenti cicli di FIV
    * utilizzo di ovociti scongelati
    * ridotto numero di ovociti
    * seme crioconservato.



La tecnica di prelievo ovocitario (pick-up) è uguale a quella descritta per la FIVET. La percentuale di fertilizzazione e, quindi, la formazione di embrioni è alta e per questo motivo la tecnica è diffusissima anche nei casi di azoospermia; in tali casi, infatti, gli spermatozoi vengono prelevati direttamente dai testicoli (TESA/TESE) o dall’epididimo (MESA/PESA).

HATCHING
Nei casi di ripetuti fallimenti o di età biologica avanzata della paziente, al fine di migliorare la capacità di impianto dell’embrione in utero, si può praticare un “taglio” nella zona pellucida dell’ovocita fecondato/embrione (Hatching Assistito), mediante laser a CO2.



Dopo 12 giorni dal trasferimento dell’embrione in utero, la paziente effettua un dosaggio ormonale (β-HCG) per stabilire se è iniziata una gravidanza, nel qual caso viene ripetuto per controllarne l’evoluzione. La prima ecografia è prevista alla 6-7 settimana di amenorrea (β-HCG > 1500mUI/ml). Se tutto procede bene, la paziente ha concluso il suo percorso di PMA e tornerà dal suo ginecologo di riferimento preoccupandosi però di mettere al corrente il centro di PMA dell’esito della tecnica.

Metodiche meno utilizzate sono:
La GIFT (Trasferimento Intratubarico di Gameti), ovvero la deposizione degli ovociti e spermatozoi capacitati nella tuba di Falloppio.
La ZIFT (zygote embrio transfer): la Deposizione di ovociti fertilizzati nella tuba di Falloppio.

Queste tecniche sono meno usate in quanto, oltre a richiedere un trattamento chirurgico più invasivo (la laparoscopia), necessitano di una buona funzionalità della tuba per trasportare l'embrione in utero. Pur essendo più fisiologico il percorso dell'embrione, queste metodiche attualmente hanno una percentuale di successo sovrapponibile o addirittura inferiore alla meno invasiva FIVET.
 
Si ringrazia il Dott. Julio Herrero per la gentile concessione delle immagini pubblicate.

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