venerdì 30 ottobre 2015

Dal momento della nascita, il nostro organo cardiaco ha la funzione di introdurre il sangue povero di ossigeno, di rientro dalle vene cave, nelle arterie polmonari che lo portano ai polmoni; qui, il sangue si carica di ossigeno e ritorna al cuore attraverso le vene polmonari, per essere distribuito nei vari organi e tessuti del corpo attraverso l'aorta e le sue ramificazioni.
Se questo meccanismo inizia alla nascita, nel feto cosa accade?
Innanzitutto, essendo nell'utero materno, il feto non ha la possibilità di respirare tramite i propri polmoni (e quindi di ossigenare il sangue) e, pertanto, è la madre a fornirgli il sangue ossigenato.
Il sangue materno, ricco di ossigeno, arriva nel nostro corpo attraverso la vena ombelicale, la quale riversa il proprio contenuto nella vena cava inferiore con cui è in collegamento. La vena cava inferiore termina, come di consueto, nell'atrio destro, quindi, si avrà che il sangue ossigenato raggiunge il cuore attraverso una via diversa da quella "canonica" descritta in precedenza.


Una volta giunto nell'atrio destro, il sangue ossigenato fluisce solo in minima parte nel ventricolo destro, in quanto imbocca una piccola apertura situata tra atrio destro e atrio sinistro, chiamata foro di Botallo

Con il passaggio diretto dall'atrio destro all'atrio sinistro, il sangue ossigenato è già pronto per immettersi nell'aorta e, da qui, distribuirsi nei vari organi del corpo.

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